mercoledì 31 ottobre 2007

30 Km in 3 ore e mezza. Ma per fortuna c'era Bruce...

Ieri pomeriggio ero a Padova per consegnare tutte le scartoffie necessarie alla procedura d'iscirzione all'esame di stato. Ho speso più di 500 euro tra bollettini vari e un libro di testo e mentre mi incamminavo verso la macchina mi sono accorto che l'unico punto dove mi sentivo 'più leggero' era il portafoglio, per il resto una zavorra di responsabilità e dovere mi si era sistemata a mo' di giogo e la sentivo pesare in tutto il suo essere.
Avvio il motore e il ticchettio della pioggia sulla carrozzeria si mescola al mormorio del quattro cilindri, guardo il parabrezza penso che lasciare a casa la moto sia stata davvero una buona idea.
In 15 minuti arrivo al piazzale Stanga, ad un kilometro dall'ingresso autostradale di Padova Est: sono le 19:05.
Alle 20:20 sono in vista del tratto di sopraelevata in costruzione, ovvero a 100 metri dal casello.
In un'ora e un quarto ho percorso circa 900 metri.
Sotto al tratto di sopraelevata sono stati posti dei blocchi di cemento da "lavori in corso" e la polizia fa defluire il traffico in Corso Argentina: "L'ingresso all'autostrada è chiuso, il passaggio interdetto" è il ritornello che ripetono ai vari automobilisti.
20:35 mi libero dal traffico congestionato con l'intenzione di imboccare l'autostrada da Padova SUD: semplice e realizzabile come riuscire ad ottenere un appuntamento con Angelina Jolie!
Tutti i nodi stradali di poco a nord o a sud di Padova Est sono al collasso.
Decido di fare una deviazione pesante, passando per Campolongo Maggiore, e raggiungere la Riviera del Brenta da sud: unico modo per evitare le arterie principali già intasate.
In macchina stavo ascoltando 'The Rising' di Bruce Springsteen: è pazzesco come la voce e la musica del Boss siano perfette colonne sonore 'da viaggio'. Non so quanto di inconsapevole ci sia stato nella mia scelta di allungare di 40 kilometri un percorso da 35 o quanto sia stato dettato dall'esasperazione di quasi due ore di coda, ma guidare al ritmo di 'Into the Fire' e 'Empty Sky' non mi pesava affatto!
Alle 21:20 sono arrivato a casa: avevo la vescica in modalità Supeliquidator e una fame da piraña.
Ma mentre guidavo i miei sensi erano concentrati sulla strada, sul volante e sul cambio, mentre The Boss mi faceva compagnia; ho accumulato 3 ore di ritardo eppure non ero incazzato.
Da oggi inizierà la lettura approfondita del libro che ho comprato: il 26 novembre si avvicina!
Ciao.
A presto.

sabato 27 ottobre 2007

Il primo di una serie di sabati critici

Con oggi inizia una serie di sabati (ad essere precisi interi fine-settimana) che varranno sacrificati alla preparazione dell'esame di stato. Già, l'anno scorso la laurea, il 19 dicembre, poi subito un lavoro (fortunatamente) e intanto i mesi sono passati... Non è fondamentale essere iscritti all'albo, ma visti gli anni mutevoli in cui viviamo è meglio avere qualche asso nella manica da poter giocare perché "...al destino, come sappiamo, non manca il senso dell'ironia" e il Sistema, quando può, gioca sporchissimo.
E così è nata l'idea, assieme ai miei compagni di studio, di preparare l'ennesima battaglia; ma ormai non viviamo più nella stessa città, non siamo più studenti, ci sono orari diversi, impegni di lavoro, famiglie, e l'unico momento in cui incontrarsi per condividere le intuizioni da applicare poi all'esame è il weekend.
Il sacrificio sarà sicuramente ripagato con il successo, a patto che questo arrivi puntuale; ironicamente la riuscita è direttamente proporzionale al sacrificio e questo chiude un pensiero circolare i cui cardini rimangono la concentrazione e lo studio.
Lunedì invierò le raccomandate con le varie richieste e pagherò i bollettini previsti: 400 euro che se ne vanno così, senza troppi complimenti.
Non passare l'esame significherebbe perderne 350: 50 di "iscrizione a non mi ricordo cosa" valgono anche per la sessione successiva.
Non voglio pensarci!
Lo scopo è quello di passarlo subito, al primo colpo, come lo iaido di un samurai: un solo fendente, tirato estraendo la spada.
Questo, comunque, non mi impedirà di bloggare, amici miei.
A presto.

giovedì 25 ottobre 2007

Regione Toscana e omosessualità

Ha fatto molto scalpore il manifesto promosso in questi giorni dalla regione Toscana a favore della libertà dell'orientamento sessuale; ne hanno parlato giornali, TV e media di ogni tipo ai più vari gradi di competenza e/o qualunquismo creando come al solito un bel minestrone di opinioni in cui ciascuno può trovare quella affine alla propria...
Metto giù alcuni punti fermi prima di proseguire nel discorso: sono eterosessuale convinto, non ho alcun pregiudizio nei confronti degli omosessuali, ho amici gay e amiche lesbiche.
Detto questo non inizio a scrivere una specie di articolo-polpettone sul tema della tolleranza (rischiando di scadere in patetici luoghi comuni) anzi, userò questo spazio per esternare una mia perplessità sperando di trovare prima o poi una risposta.
Premessa: le mie amiche lesbiche, in particolare una coppia, rispondono al mio "ideale di lesbica" se così le posso definire: sono due ragazze bellissime (davvero una più dell'altra) che stanno assieme avendo scoperto di riuscire ad amare solo una persona del loro stesso sesso. Il mio commento alcolico è stato: "Siete uno spreco di patata pazzesco..." e ci siamo fatti una grossa risata!
Ma tornando al discorso cardine, cosa intendo con "ideale"? Mi riferisco al fatto che una ragazza a cui piacciono le ragazze credo abbia più o meno i miei stessi gusti, cioè cerchi una patner che sia "femminile" e che, potenzialmente, sceglierei anch'io. Rimango basito quando vedo certe coppie di lesbiche in cui una delle due è una specie di modella e l'altra ha una combo di taglio di capelli + abbigliamento + atteggiamento che la porta ad assomigliare ad un maschio sotto quasi tutti gli aspetti. Tra le "lelle" questi soggetti vengono definiti goliardicamente "camionisti" e concordo pienamente con la definizione... Il dubbio nasce dal seguente paradosso: se sei lesbica significa che ti piacciono le donne; se ti piacciono le donne significa che abbiamo più o meno gli stessi gusti; se abbiamo più o meno gli stessi gusti significa che cerchi una "femmina" (non è usato in senso gretto) di un certo tipo (carina, bel viso, belle labbra, tettine a punta, vita stretta e un po' sfiancata ecc.), se stai con una ragazza che è quasi più mascolina di me, con cui io non ci starei nemmeno sotto tortura, soprattutto che cerca in ogni modo di non sembrare una donna, sei proprio sicura che ti piacciono le donne? C'è un controsenso in tutto ciò...
Se qualcuno ha la pazienza di rispondermi e dipanare questo mio dubbio gliene sarò molto grato!
Avrò modo di tornare sull'argomento 'omosessualità', sia per vedere come evolve la notizia del "manifesto shock" sia perché si tratta di una tematica che mi sta a cuore.
Nel frattempo ciao a tutti.

mercoledì 24 ottobre 2007

Il mio colore preferito

Adoro il nero, lo trovo il colore più intenso, elegante, sensuale e forte che ci sia. Non a caso il mio guardaroba contiene un 10% scarso di capi di altro colore, per lo più regalati...
Fisicamente, il fatto che un corpo sia nero significa che la sua superficie assorbe completamente la radiazione luminosa che lo colpisce; tecnicamente, quindi, non è un colore.
Era un po' difficile essere il "Faro Nero" essendo il nero, per definizione, la non luce. Però sarebbe stato molto affascinante e magari filosoficamente stimolante pensare ad un raggio di luce nera: antitesi dell'idea stessa di luce. Ma non volevo complicare la vita di chi si fosse avvicinato al mio blog iniziando subito con elucubrazioni degne delle migliori serate concluse a "seghe mentali e tequila" e poi c'era il mio colore (inteso come "vero" colore) preferito che si sbracciava gridando "Scegli me! Scegli me!", come potevo ignorarlo?
E così è nato il Faro Verde.
Perché proprio il verde? Non lo so spiegare e forse non esiste nemmeno un motivo razionale; è un po' come i gusti sulle ragazze: c'è chi preferisce le brune, c'è chi preferisce le bionde, chi le rosse.
Ma proviamo a pensare: quante meraviglie esistono nel creato nelle tonalità del verde? Ci sono le immense foreste, che spaziano dai toni caldi di quelle pluviali al verde molto più scuro ed intenso delle conifere nordiche. Ci sono mari così trasparenti la cui acqua sembra una distesa di smeraldo, e si potrebbero trovare un'infinità di esempi con protagonista questo colore stupendo.
Quand'ero piccolo il mio cavaliere dello zodiaco preferito era Sirio il Dragone. Un caso? Forse. Certo, mi affascinava tutto di Sirio: il carattere, il modo di combattere, l'allenamento, il Maestro dei 5 picchi, lo spirito di sacrificio e quella stupenda armatura verde! Sirio era veramente un figo: il mio idolo... Aveva voglia Pegasus di concentrarsi quanto voleva, ma non gli è mai comparso un cavallo alato tatuato lungo tutta la schiena!!!
E la mia bambina in garage? Beh, scriverò un post solo per lei corredato da un degno servizio fotografico, ma è facile intuire che parte del mio cuore batte per una Kawasaki ZX6R ninja, rigorosamente verde.
Caratteri verdi su sfondo nero: un'accoppiata che ha un bel colpo d'occhio, secondo me, oltre ad essere vagamente nostalgica nei confronti dei vecchissimi monitor a fosfori. Devono averla pensata così anche i fratelli Wachosky quando hanno ideato il codice di Matrix: una trovata geniale a cui il layout del mio blog tenta di rendere omaggio.
A presto.

martedì 23 ottobre 2007

Cielo grigio in soave terza minore

Di solito punto la sveglia mezz'ora in anticipo per potermi rigirare tra le coperte una ventina di minuti abbondante, è un controsenso, lo so, sarebbe più furbo dormire fino all'ultimo per poi scattare in piedi al primo trillo. Forse è un retaggio ancestrale, trauma del parto non ancora superato dopo 26 anni, sta di fatto che al mattino preferisco raggiungere gli stadi di coscienza uno alla volta, molto lentamente, accoccolandomi tra le coperte mentre l'alzabandiera mattutino passa da "A-ttenti...Presentat arm!" a "Riposo!".
A quel punto posso alzarmi.

Poi, cascasse il mondo, "colazione e cesso" (o "cesso e colazione", a seconda di quale desiderio il mio corpo manifesti per primo).
Sta mattina mi sono alzato con più fatica del solito: sarà perché sono rimasto sveglio fino a tardi per sistemare alcune cose, sarà perché me lo sentivo che fuori dalla finestra non si presentava uno scenario particolarmente invitante...
Giornata uggiosa: il cielo è un foglio di alluminio steso con la parte opaca rivolta verso il basso. Pioviggina. L'asfalto è coperto da una sottile patina viscido-schiumosa che mi fa pensare "Bambina, oggi ti lascio in garage".
Ripongo il casco dove l'ho preso, cambio chiavi e mi dirigo verso la fedele Fiat Punto II di mia madre, servizievole compagna di mille avventure.
Convinto di trovare un traffico pseudo ferragostano, mi metto il cuore in pace, accendo la radio e inserisco un CD che sembra promettere bene: sulla superficie lucida c'è scritto "MP3 Metal Misti". Il meccanismo del lettore ronza un attimo, poi le note degli "A Perfect Circle" prendono possesso dell'abitacolo: è la cover di "Imagine" di John Lennon portata in modo minore. Il cielo immobile e gli alberi che scorrono ai lati della strada, il giro di basso, la strada inaspettatamente sgombra, lo slide sulle corde: è la colonna sonora ideale per questa mattina, per questo viaggio. Non si può ascoltare Imagine degli APC con una giornata di sole su cielo azzurro cartolina: deprimerebbe o, in alternativa, non renderebbe. Ma così è perfetta: sembra scritta per questo momento e me la godo, mano destra sul cambio e gomito sinistro appoggiato contro il finestrino.
Sono arrivato a lavoro in 25 minuti, rilassato, con in testa il giro melodico di quella canzone.
E ora, all'opera!
La giornata è lunga e so già che sarà intensa.

lunedì 22 ottobre 2007

Wake up Teo, the Matrix has you

Ci sono state lunghe serate spese davanti al computer, evolutesi spesso in notti insonni, in cui anche il pulsare ipnotico del cursore aveva un'aria interrogativa. Instancabile, lampeggiava a fine riga e Dio solo sa quante volte avrei voluto che la mia shell iniziasse a parlarmi, magari suggerendomi di seguire il Coniglio Bianco di turno.
No, non si tratta di schizofrenia, semplicemente quando il numero degli interrogativi supera di almeno un ordine di grandezza quello delle risposte speri che la serata subisca una virata inattesa e culmini nella rivelazione una verità scomoda che però, da sola, risponde al 90% delle incoerenze quotidiane e dei dubbi irrisolti: "...è la domanda il nostro chiodo fisso, è la domanda che ti ha spinto fin qui... e tu la conosci, come la conoscevo io..." mi avrebbe poi sussurrato all'orecchio una bellissima ragazza vestita di nero incontrata nel locale.
Inutile dire che non è mai successo.
Nella più rosea delle ipotesi il mio corpo non si trova in una capsula, collegato a Matrix attraverso una specie di USB piantata nella nuca, nell'altro caso o non sono l'eletto o i ribelli di Zion non mi hanno ancora rintracciato!
Confidando di trovarmi nella prima situazione, riflettevo assieme ai miei amici su come siamo comunque "prigionieri di un Sistema" - volutamente con la "S" maiuscola - un Sistema che non ha un nucleo, non ha una sede, non ha strutture eppure esiste. E' un Sistema formato dalla gente, da noi stessi, dagli orari, dai doveri, dai desideri, dalle priorità e che, in un modo o nell'altro, ci vincola.
"Inizi ad invecchiare quando ti rendi conto che in un anno ci sono 52 week-end!" disse il Rizla a Pedro dopo quella serata andata storta, ed aveva ragione: Il tempo sfugge e spesso ci si dimentica di quanto valga ogni singolo attimo! Si ragiona in termini di "settimana prossima" o "mese prossimo" noncuranti del tempo che passa, vivendo le giornate come stando affacciati al finestrino di un ETR.
E così abbiamo deciso di mettere alla prova l'antagonismo del Sistema, creando un blog ciascuno per scambiarci opinioni e pensieri, magari in differita, quando nell'oceano di impegni e casini le nostre isole di libertà non si trovano sulla stessa rotta. Quattro fari di quattro colori per provare a fare un po' di luce nel marasma.
Adoro le sfide e quando l'dea è nata l'ho fatta subito mia!

Questo è il mio blog, il FARO VERDE, su cui imprimerò un parte di me, un po' alla volta.
Senza fretta.
Alla faccia del Sistema.