mercoledì 19 dicembre 2007

Un breve racconto che mi commuove ogni volta che lo leggo

Nostra Signora, col bambin Gesu' in braccio, scese sulla terra per visitare un monastero.
Con loro gioia, i padri si misero in fila per porgere i loro rispetti: uno di loro recito' una poesia, un altro Le mostro' alcune miniature della Bibbia, un altro recito' i nomi di tutti i santi.
Alla fine della fila c'era un umile padre che non aveva avuto la possibilità di imparare dagli uomini saggi del suo periodo. I suoi genitori erano persone semplici che lavoravano in un circo ambulante.
Quando arrivo' il suo turno, i monaci volevano finire il tributo, temendo che egli avrebbe danneggiato la loro immagine. Ma anche egli voleva mostrare il suo amore per la Vergine. Imbarazzato, e sentendo la disapprovazione dei fratelli, prese alcun e arance dalla tasca e inizio' a farle volteggiare in aria - roteandole come i suoi genitori gli avevano insegnato nel circo.
Fu solo allora che bambin Gesu' sorrise e batte' le mani con gioia.
E fu solo all'umile monaco che la Vergine tese le braccia, permettendogli di tenere suo Figlio per un po'.
Paulo Coelho

sabato 8 dicembre 2007

30 anni assieme...

Oggi i miei festeggiano 30 anni di matrimonio. Sono felice, ho un sacco di bei pensieri e buoni sentimenti che saltellano allegramente nella mia testa eppure non riesco a scrivere nulla più di "Auguri!".
Forse perché rischierei di scadere nella retorica...
Allora tanti auguri, fatti col cuore, a Maurizio e Silvana.
E basta.

venerdì 7 dicembre 2007

Il mio primo viaggio di lavoro

Sveglia puntata alle 5; eccitato come un bambino la mattina della partenza per Gardaland, mi vesto e mi preparo a tempo di record: vestito nero, camicia grigia, cravatta nera, cappotto e sciarpa (neri) e valigetta di pelle (nera): sono un perfetto dark business-man pronto per il suo primo viaggio di lavoro ufficiale.
Il collega A.D. passa a prendermi alle 5:45 e in meno di mezz'ora siamo all'aeroporto.
E' la terza volta che volo in vita mia: il battesimo dell'aria l'ho avuto assieme a Mattia, col viaggio in Inghilterra a 18 anni; poi ho fatto una vacanza a Santorini, in Grecia. Entrambe le volte viaggi di piacere, spensierati, conclusi con il tipico applauso al pilota all'avvenuto atterraggio.
Questa volta è stato diverso: responsabilità e scopi diversi e, soprattutto, niente applauso all'atterraggio!
Il tutto condito da una sensazione di paraculatismo superiore fornita dal check-in elettronico, dal biglietto prenotato dall'ufficio personale in collegamento con l'agenzia, auto a noleggio con conducente che ci attendeva a Fiumicino...
Nei sedili attorno a me tante teste celate dai tabloid sapientemente aperti senza invadere lo spazio vitale altrui, dal punto d'osservazione della hostess, probabilmente, l'aereo deve sembrare un'esposizione di abat-jour. Forse se n'è accorta o forse lo pensa ogni volta che presta servizio su questo volo, forse è per questo che sorride così spesso!
L'aereo procede verso sud, da Venezia a Roma, e io sono vicino a un finestrino del lato sinistro: vedere il sole nascente fare il solletico alle ali e alla coda stando li, a 8.000 metri di quota, è uno spettacolo bellissimo. Se hai la testa infilata dentro ad un paralume pieno di notizie, però, non te ne accorgi!
Forse, si potrebbe pensare, se fosse il mio centesimo viaggio magari anch'io me ne fregherei dell'alba in alta quota... o magari no! Stupirsi sempre delle cose belle come se fosse la prima volta è un modo per mantenere vivo lo spirito.
Il viaggio è proseguito con caffè, latte in polvere, confezione da 4 canestrelli e in meno di 50 minuti eravamo a Fiumicino.
Giornata intensa...
4 Gruppi di lavoro su 5 sono stati interessanti, il primo, l'uno su cinque sfigato, è stato di una noia mortale: un mattarello sullo scroto! Fortunatamente la giornata è evoluta in tutt'altro modo rispetto a come s'era presentata.
Una sola topina, ma c'è stato troppo poco tempo per apprezzare cosa ci fosse oltre al sorriso molto bello e ai due occhi luminosi, inoltre non dimentichiamoci che ero in viaggio per lavoro! ;-D
Al ritorno di nuovo posto lato finestrino, spettacolo di paesini illuminati su sfondo nero, stewart molto meno sorridente della hostess e qualche turbolenza in quota.
Giornata intensa, bella e interessante. Estenuante per certi versi e rigenerante per altri. Di tutta l'esperienza traggo un'unica conclusione: oggi ho inaugurato una nuova fase della mia vita.
A presto.

giovedì 6 dicembre 2007

Scritto per l'Esame di Stato 2e3/3

Martedì 4 e mercoledì 5 dicembre il teatrino dell'UniPd ha inscenato il secondo e il terzo atto dell'Esame di Stato. Com'è andata?
Sorpresa...

Non ne ho la minima idea visto che la soluzione dei compiti non è univoca, trattandosi di ideazioni di progetti. E qui mi domando: con che criterio può essere giudicata un'idea? Un teorema è un teorema, con ipotesi e tesi ben precise; un esercizio ha un'unica soluzione ma un'idea, per definizione, è interpretabile!

Il sipario si è chiuso mercoledì' alle 17:45, dopo 8 ore d'esame; i risultati verranno comunicati "...entro il 31 gennaio".
Il bilancio parziale che posso fare al momento vede liberarsi i weekend, mettendo la parola "fine" alla serie di sabati critici, ma mi lascia perplesso e trepidante, in attesa di un verdetto per cui non riesco a fare alcun pronostico...
A presto.

giovedì 29 novembre 2007

DotA - un'introduzione formale

Che mi trovi in periodo d'esami si capisce anche dallo stile accademico del titolo del mio post... Ad ogni modo mi sembra doveroso, dopo ormai 2 mesi di blogaggine, nominare questo gioco, protagonista di varie serate passate volutamente un po' come "nerd" informatici ;-) assieme ai miei amici dell'università.
Cercherò di non essere prolisso, rimandando le spiegazioni dettagliate a link esterni ben documentati.
Il nome, DotA, è l'acronimo di Defense of the Ancients e riassume lo scopo del gioco: difendere il proprio monumento arcano (l'Ancient, appunto) e distruggere quello della squadra avversaria. Facile, no?
DotA non è un gioco a sé stante, è una mappa speciale per Warcraft 3
(un mod) creata da un pazzo di nome IceFrog che sta allungando non poco la vita di un gioco che, altrimenti, sarebbe ormai un po' datato.
Chi non avesse idea di cosa sia Warcraft 3 può andare qui e qui a dare un'occhiata.

Il gioco è in semplicissimo: ci sono tre sentieri (lane) che congiungono le due basi; automaticamente ciascuna base genera 3 ondate (una per ogni lane) di unità semplici (creeps) che vanno in avanti, all'assalto della base avversaria. I giocatori muovono un solo personaggio: il proprio eroe, che sbilancia l'esito dei conflitti dei creepini contribuendo a spingere avanti la propria squadra.
Ciò che rende estremamente divertente DotA è la vasta scelta di eroi, ciascuno con caratteristiche peculiari molto diverse, la varietà di oggetti magici che si possono acquistare e combinare fra loro e, soprattutto, la possibilità di giocare fino a 5 VS 5. Il vero divertimento scatta proprio in queste occasioni, quando ci si ritrova in 10 malati di mente a pestarsi come cachi in epiche battaglie virtuali.
Ho visto scene che... ;-)
Esistono un sacco di siti dove vengono dispensati consigli su come giocare a DotA in modo efficace; i più importanti sono:
"dota all star punto com"
"dota strategy"
"dota portal"

La descrizione, per quanto ben fatta o entusiasta sia, non rende! Bisogna giocare per rendersi conto della potenzialità di divertimento del gioco. All'inizio è un carnaio: si muore come mosche perché si ha il complesso dell'eroe immortale, paladino del bene, e si viene piallati dalla prima torretta circondata da una manciata di creeppini avversari. Poi si diventa dei bravi survivor, si capiscono le build di oggetti ottimali per ciascun personaggio e si diventa delle vere e proprie macchine di morte!!
A presto, magari in LAN.

Scritto per l'Esame di Stato 1/3

E così, due giorni fa, ho affrontato la prima prova scritta per l'esame di stato. Come sempre ci sono state delle sorprese, come sempre è impossibile operare un'autovalutazione realistica: può essere andato nel migliore dei modi così come posso aver prodotto una minchiata pazzesca ma ben descritta dal punto di vista dell'UML...
Ieri il lavoro non mi ha dato tregua (per recuperare quanto accumulato durante il giorno di "ferie") e solo oggi, finalmente, riesco a scrivervi.
Come preannunciato nel mio post "il primo di una serie di sabati critici" gli ultimi fine settimana sono stati davvero critici: votati al ripasso forzato con la tecnica dell'annaspo-ma-non-affogo!
Per dovere di cronaca, i prossimi due scritti saranno martedì 4 e mercoledì 5 Dicembre mentre i risultati verranno comunicati... trrrrrrrrrrrrrrr (rullo di tamburi)....... entro il 31 Gennaio!!
Ditemi se non hanno la madre che pratica un antico mestiere!
A presto, che sarà veramente presto, con il mio prossimo post.

venerdì 23 novembre 2007

Haiku: dalla finestra


Vetro imperlato:

gocce, sentieri d'acqua.
Piove. Novembre.

martedì 20 novembre 2007

Metal: una forma d'arte [pt.2]

Mettiamo da parte, per il momento, i gruppi molto 'death', troppo 'brutal' ecc. ecc, quelli che normalmente vengono identificati dalla shampista media come 'i gruppi metal'. Dico "per il momento" perché poi due parole le spenderò anche per loro...
Consideriamo TUTTO il metal e piano piano andiamo a scoprire come esistano band in grado di creare giri melodici, riff e pezzi ritmici che emozionano!
Voglio raccontarvi in breve un po' della mia storia di metallaro, cercherò di essere conciso e nel citare i gruppi non voglio incasinarmi nel tentativo di definire i sottogeneri del metal: c'hanno provato in tanti e non se è mai uscita fuori una classificazione veramente esaustiva. Gli unici risultati che possono scaturire dalla 'classificazione' sono quei racconti divertenti tipo la serie del cavaliere metallaro col drago e la principessa (che posterò in seguito).
Ad ogni modo, a 14 anni, oltre ai classici Metallica e Maiden ascoltavo il 'powerspeed', forse perché era immediato: giri veloci, potenti e ipermelodici. Contemporaneamente iniziavo anche ad appassionarmi alla musica classica, soprattutto barocco veneziano, visto che sentivo nelle chitarre di Stratovarius, Labyrinth & Co. una sorta di versione moderna dei virtuosi del violino di un tempo.
A quel tempo non apprezzavo il cantato in growl, perchè non lo capivo!
Poi la svolta: Gods of Metal Y2K, Monza; lì ho sentito dal vivo i Dark Tranquillity e ho avuto una folgorazione! La voce del cantante, distorta in quel cantato rauco e profondo era come una sorta di terza chitarra: faceva vibrare il mio sterno e il resto della gabbia toracica tanto quanto i colpi di cassa, le note del basso e le pennate di chitarra. Aveva senso, e ne aveva molto!
Da lì ho iniziato ad avvicinarmi al cantato in growl e al metal più aggressivo, non disdegnando, comunque, i miei primi amori: nell'autoradio possono girare tranquillamente Helloween o Machinhead, Blind Guardian o Death, adoro tutto il metal.
Sempre parlando per esperienza personale, più di una volta mi è capitato di accompagnare qualche persona (magari ragazza) in macchina e di sentirmi domandare "Che bella canzone, ma chi sono?". Le risposte più tipiche erano "Nightwish", "Leaves' Eye", "Edguy" o "Stratovarius". Di solito seguiva il commento "Ma questo non è metal...".
E ri-daje!
Sempre il solito pregiudizio che se non inneggi a Satana urlando sulle 'settecorde' scordate in SOL, allora non è 'Metal'.
Il metal è come la pittura: c'è Michelangelo, c'è Dalì, ci sono i Fiamminghi, c'è il Cubismo, c'è l'Impressionismo... E' più "bella" la Cappella Sistina o la Guernica di Picasso? E' più "bello" un ritratto iperrealistico di Rubens o la luce, generata attraverso l'oscurità, di Caravaggio? Come si può fare un confronto?
Non capire la Gurenica non significa che il cubismo non sia arte o che Picasso non fosse un pittore.
Lo stesso vale per il metal.
Certo, da bambino non avrei apprezzato alcune opere, ma questo, forse, implica che anche per capire il metal serva un'intelligenza diversa, superiore, più 'adulta'.
Continua...


giovedì 15 novembre 2007

Metal: una forma d'arte [pt.1]

Quando alla domanda "Che musica ascolti?" rispondo "Metal" a volte sento ribattere con delle affermazioni che mi fanno incazzare a livello viscero-midollare!
Potrei riassumerle in due grandi categorie: la prima è quella del "Ma davvero ti piace la gente che grida nel microfono?" la seconda è quella di chi vuol dare una parvenza di cultura musicale e dice "Ah, allora ti piace Marilyn Manson?".
In entrambi i casi bussare sul cranio dell'interlocutore e imitare la stupida particella di sodio domandando "c'è nessuno?" sarebbe il gesto più naturale e spontaneo che il mio cervello suggerisce...
Per quest'ignoranza diffusa di colpe da distribuire ce ne sarebbero a milioni, ma è anche vero che ci sono band formate da cialtroni che più di tenere un accordo con le chitarre e gridare "Fuck! Fuck" inneggiando a Satana non sono capaci di fare.
E allora che dire? Che rispondere?
E' un po' una metafora della vita: per qualche testa calda che incendia un'auto durante una manifestazione tutti i no-global passano per teppisti, per colpa di alcuni fancazzisti scalda sedie tutti gli statali passano per parassiti fannulloni ecc. ecc. il telegiornale ci fornisce esempi a bizzeffe! E nel metal è lo stesso: per colpa di una minoranza di gruppi che ricalcano in pieno l'immagine che la persona media ha del metallaro medio, passa un'idea sbagliata.
Sembra che la mia musica preferita non sia musica ma una sorta di rumore incorrelato emesso da dei buzzurri vestiti con cuoio e borchie, dove si fa fatica a distinguere le parti cantate dal fragore dei rutti causati dall'abuso di birra! Senza contare le implicazioni eretico-sataniche...

Chi si ricorda la tragedia legata al gruppo detto "Le bestie di Satana"? Tragedia, appunto, sequenza incresciosissima di fatti che mi fa ancora rabbrividire... Ma è possibile che uno degli aspetti su cui hanno scritto righe e righe di letame mediatico sia stato proprio la musica ascoltata dal capo setta e dai sicari? Ovviamente metal, additato come fosse uno dei fattori scatenanti...
Questa si chiama strumentalizzazione.
A questi cialtroni che scrivono articoli facendo leva sui luoghi comuni consiglio vivamente di piantala di ascoltare Nek e Ramazzotti (di cui esce in questi giorni il greatest hits) e di "capire" prima di "scrivere".
L'ignoranza porta alla chiusura.
La chiusura è dimostrazione di ignoranza.
Se ne può discutere: non è detto che tutto il mondo debba impazzire per il metallo suonato ma un conto è parlare di gusti, un conto è non sapere di cosa si sta parlando e citare 'Satana', 'Marilyn Manson' e 'messe nere' giusto per riempire un silenzio imbarazzante.
Continua...

venerdì 9 novembre 2007

Venerdì: tempus fugit...

17:12 di Venerdì. Incredibile: è passata anche questa settimana con la stessa inesorabile rapidità con cui scorrono tutte le settimane da un po' di tempo a questa parte...
Questo weekend è blindato causa studio, ok, spero ne valga la pena.
Ma poi?
Voglio riappropriarmi del mio tempo!
Non è il proposito per l'anno nuovo: è il proposito per oggi, per domani, per la settimana prossima.
Ora spengo il computer e torno verso casa.
Anche il mio post di oggi riflette il desiderio di staccare: dei milioni di parole che sto pensando ne ho filtrato solo qualcuna per comporre queste laconiche righe.
A presto amici.

lunedì 5 novembre 2007

Sfide: energia e concentrazione

Superare le sfide è solo questione di allenamento, energia e concentrazione.
Porsi un obiettivo un po' oltre le proprie capacità è il solo modo che esista per misurarsi con sé stessi, per tentare di superare i propri limiti e per crescere. Questo principio si può applicare in tutto, con un pizzico di retorica mi azzardo a scrviere "...negli esami, nelle prove, nello sport e nella vita".
Una predica?
No, una semplice riflessione.


Obiettivo distante
sfocata oasi anelata
in lotta con me stesso
ma senza presunzione.

Ego, impulso e sfidante,
battaglia cominciata
mia sola arma, adesso,
la mia concentrazione.

Pensiero limitante
di resa ipotizzata...
Stremato e genoflesso
non cado in tentazione!

Epilogo esaltante
ma è appena cominciata:
nel ciclico processo
nuova destinazione!


mercoledì 31 ottobre 2007

30 Km in 3 ore e mezza. Ma per fortuna c'era Bruce...

Ieri pomeriggio ero a Padova per consegnare tutte le scartoffie necessarie alla procedura d'iscirzione all'esame di stato. Ho speso più di 500 euro tra bollettini vari e un libro di testo e mentre mi incamminavo verso la macchina mi sono accorto che l'unico punto dove mi sentivo 'più leggero' era il portafoglio, per il resto una zavorra di responsabilità e dovere mi si era sistemata a mo' di giogo e la sentivo pesare in tutto il suo essere.
Avvio il motore e il ticchettio della pioggia sulla carrozzeria si mescola al mormorio del quattro cilindri, guardo il parabrezza penso che lasciare a casa la moto sia stata davvero una buona idea.
In 15 minuti arrivo al piazzale Stanga, ad un kilometro dall'ingresso autostradale di Padova Est: sono le 19:05.
Alle 20:20 sono in vista del tratto di sopraelevata in costruzione, ovvero a 100 metri dal casello.
In un'ora e un quarto ho percorso circa 900 metri.
Sotto al tratto di sopraelevata sono stati posti dei blocchi di cemento da "lavori in corso" e la polizia fa defluire il traffico in Corso Argentina: "L'ingresso all'autostrada è chiuso, il passaggio interdetto" è il ritornello che ripetono ai vari automobilisti.
20:35 mi libero dal traffico congestionato con l'intenzione di imboccare l'autostrada da Padova SUD: semplice e realizzabile come riuscire ad ottenere un appuntamento con Angelina Jolie!
Tutti i nodi stradali di poco a nord o a sud di Padova Est sono al collasso.
Decido di fare una deviazione pesante, passando per Campolongo Maggiore, e raggiungere la Riviera del Brenta da sud: unico modo per evitare le arterie principali già intasate.
In macchina stavo ascoltando 'The Rising' di Bruce Springsteen: è pazzesco come la voce e la musica del Boss siano perfette colonne sonore 'da viaggio'. Non so quanto di inconsapevole ci sia stato nella mia scelta di allungare di 40 kilometri un percorso da 35 o quanto sia stato dettato dall'esasperazione di quasi due ore di coda, ma guidare al ritmo di 'Into the Fire' e 'Empty Sky' non mi pesava affatto!
Alle 21:20 sono arrivato a casa: avevo la vescica in modalità Supeliquidator e una fame da piraña.
Ma mentre guidavo i miei sensi erano concentrati sulla strada, sul volante e sul cambio, mentre The Boss mi faceva compagnia; ho accumulato 3 ore di ritardo eppure non ero incazzato.
Da oggi inizierà la lettura approfondita del libro che ho comprato: il 26 novembre si avvicina!
Ciao.
A presto.

sabato 27 ottobre 2007

Il primo di una serie di sabati critici

Con oggi inizia una serie di sabati (ad essere precisi interi fine-settimana) che varranno sacrificati alla preparazione dell'esame di stato. Già, l'anno scorso la laurea, il 19 dicembre, poi subito un lavoro (fortunatamente) e intanto i mesi sono passati... Non è fondamentale essere iscritti all'albo, ma visti gli anni mutevoli in cui viviamo è meglio avere qualche asso nella manica da poter giocare perché "...al destino, come sappiamo, non manca il senso dell'ironia" e il Sistema, quando può, gioca sporchissimo.
E così è nata l'idea, assieme ai miei compagni di studio, di preparare l'ennesima battaglia; ma ormai non viviamo più nella stessa città, non siamo più studenti, ci sono orari diversi, impegni di lavoro, famiglie, e l'unico momento in cui incontrarsi per condividere le intuizioni da applicare poi all'esame è il weekend.
Il sacrificio sarà sicuramente ripagato con il successo, a patto che questo arrivi puntuale; ironicamente la riuscita è direttamente proporzionale al sacrificio e questo chiude un pensiero circolare i cui cardini rimangono la concentrazione e lo studio.
Lunedì invierò le raccomandate con le varie richieste e pagherò i bollettini previsti: 400 euro che se ne vanno così, senza troppi complimenti.
Non passare l'esame significherebbe perderne 350: 50 di "iscrizione a non mi ricordo cosa" valgono anche per la sessione successiva.
Non voglio pensarci!
Lo scopo è quello di passarlo subito, al primo colpo, come lo iaido di un samurai: un solo fendente, tirato estraendo la spada.
Questo, comunque, non mi impedirà di bloggare, amici miei.
A presto.

giovedì 25 ottobre 2007

Regione Toscana e omosessualità

Ha fatto molto scalpore il manifesto promosso in questi giorni dalla regione Toscana a favore della libertà dell'orientamento sessuale; ne hanno parlato giornali, TV e media di ogni tipo ai più vari gradi di competenza e/o qualunquismo creando come al solito un bel minestrone di opinioni in cui ciascuno può trovare quella affine alla propria...
Metto giù alcuni punti fermi prima di proseguire nel discorso: sono eterosessuale convinto, non ho alcun pregiudizio nei confronti degli omosessuali, ho amici gay e amiche lesbiche.
Detto questo non inizio a scrivere una specie di articolo-polpettone sul tema della tolleranza (rischiando di scadere in patetici luoghi comuni) anzi, userò questo spazio per esternare una mia perplessità sperando di trovare prima o poi una risposta.
Premessa: le mie amiche lesbiche, in particolare una coppia, rispondono al mio "ideale di lesbica" se così le posso definire: sono due ragazze bellissime (davvero una più dell'altra) che stanno assieme avendo scoperto di riuscire ad amare solo una persona del loro stesso sesso. Il mio commento alcolico è stato: "Siete uno spreco di patata pazzesco..." e ci siamo fatti una grossa risata!
Ma tornando al discorso cardine, cosa intendo con "ideale"? Mi riferisco al fatto che una ragazza a cui piacciono le ragazze credo abbia più o meno i miei stessi gusti, cioè cerchi una patner che sia "femminile" e che, potenzialmente, sceglierei anch'io. Rimango basito quando vedo certe coppie di lesbiche in cui una delle due è una specie di modella e l'altra ha una combo di taglio di capelli + abbigliamento + atteggiamento che la porta ad assomigliare ad un maschio sotto quasi tutti gli aspetti. Tra le "lelle" questi soggetti vengono definiti goliardicamente "camionisti" e concordo pienamente con la definizione... Il dubbio nasce dal seguente paradosso: se sei lesbica significa che ti piacciono le donne; se ti piacciono le donne significa che abbiamo più o meno gli stessi gusti; se abbiamo più o meno gli stessi gusti significa che cerchi una "femmina" (non è usato in senso gretto) di un certo tipo (carina, bel viso, belle labbra, tettine a punta, vita stretta e un po' sfiancata ecc.), se stai con una ragazza che è quasi più mascolina di me, con cui io non ci starei nemmeno sotto tortura, soprattutto che cerca in ogni modo di non sembrare una donna, sei proprio sicura che ti piacciono le donne? C'è un controsenso in tutto ciò...
Se qualcuno ha la pazienza di rispondermi e dipanare questo mio dubbio gliene sarò molto grato!
Avrò modo di tornare sull'argomento 'omosessualità', sia per vedere come evolve la notizia del "manifesto shock" sia perché si tratta di una tematica che mi sta a cuore.
Nel frattempo ciao a tutti.

mercoledì 24 ottobre 2007

Il mio colore preferito

Adoro il nero, lo trovo il colore più intenso, elegante, sensuale e forte che ci sia. Non a caso il mio guardaroba contiene un 10% scarso di capi di altro colore, per lo più regalati...
Fisicamente, il fatto che un corpo sia nero significa che la sua superficie assorbe completamente la radiazione luminosa che lo colpisce; tecnicamente, quindi, non è un colore.
Era un po' difficile essere il "Faro Nero" essendo il nero, per definizione, la non luce. Però sarebbe stato molto affascinante e magari filosoficamente stimolante pensare ad un raggio di luce nera: antitesi dell'idea stessa di luce. Ma non volevo complicare la vita di chi si fosse avvicinato al mio blog iniziando subito con elucubrazioni degne delle migliori serate concluse a "seghe mentali e tequila" e poi c'era il mio colore (inteso come "vero" colore) preferito che si sbracciava gridando "Scegli me! Scegli me!", come potevo ignorarlo?
E così è nato il Faro Verde.
Perché proprio il verde? Non lo so spiegare e forse non esiste nemmeno un motivo razionale; è un po' come i gusti sulle ragazze: c'è chi preferisce le brune, c'è chi preferisce le bionde, chi le rosse.
Ma proviamo a pensare: quante meraviglie esistono nel creato nelle tonalità del verde? Ci sono le immense foreste, che spaziano dai toni caldi di quelle pluviali al verde molto più scuro ed intenso delle conifere nordiche. Ci sono mari così trasparenti la cui acqua sembra una distesa di smeraldo, e si potrebbero trovare un'infinità di esempi con protagonista questo colore stupendo.
Quand'ero piccolo il mio cavaliere dello zodiaco preferito era Sirio il Dragone. Un caso? Forse. Certo, mi affascinava tutto di Sirio: il carattere, il modo di combattere, l'allenamento, il Maestro dei 5 picchi, lo spirito di sacrificio e quella stupenda armatura verde! Sirio era veramente un figo: il mio idolo... Aveva voglia Pegasus di concentrarsi quanto voleva, ma non gli è mai comparso un cavallo alato tatuato lungo tutta la schiena!!!
E la mia bambina in garage? Beh, scriverò un post solo per lei corredato da un degno servizio fotografico, ma è facile intuire che parte del mio cuore batte per una Kawasaki ZX6R ninja, rigorosamente verde.
Caratteri verdi su sfondo nero: un'accoppiata che ha un bel colpo d'occhio, secondo me, oltre ad essere vagamente nostalgica nei confronti dei vecchissimi monitor a fosfori. Devono averla pensata così anche i fratelli Wachosky quando hanno ideato il codice di Matrix: una trovata geniale a cui il layout del mio blog tenta di rendere omaggio.
A presto.

martedì 23 ottobre 2007

Cielo grigio in soave terza minore

Di solito punto la sveglia mezz'ora in anticipo per potermi rigirare tra le coperte una ventina di minuti abbondante, è un controsenso, lo so, sarebbe più furbo dormire fino all'ultimo per poi scattare in piedi al primo trillo. Forse è un retaggio ancestrale, trauma del parto non ancora superato dopo 26 anni, sta di fatto che al mattino preferisco raggiungere gli stadi di coscienza uno alla volta, molto lentamente, accoccolandomi tra le coperte mentre l'alzabandiera mattutino passa da "A-ttenti...Presentat arm!" a "Riposo!".
A quel punto posso alzarmi.

Poi, cascasse il mondo, "colazione e cesso" (o "cesso e colazione", a seconda di quale desiderio il mio corpo manifesti per primo).
Sta mattina mi sono alzato con più fatica del solito: sarà perché sono rimasto sveglio fino a tardi per sistemare alcune cose, sarà perché me lo sentivo che fuori dalla finestra non si presentava uno scenario particolarmente invitante...
Giornata uggiosa: il cielo è un foglio di alluminio steso con la parte opaca rivolta verso il basso. Pioviggina. L'asfalto è coperto da una sottile patina viscido-schiumosa che mi fa pensare "Bambina, oggi ti lascio in garage".
Ripongo il casco dove l'ho preso, cambio chiavi e mi dirigo verso la fedele Fiat Punto II di mia madre, servizievole compagna di mille avventure.
Convinto di trovare un traffico pseudo ferragostano, mi metto il cuore in pace, accendo la radio e inserisco un CD che sembra promettere bene: sulla superficie lucida c'è scritto "MP3 Metal Misti". Il meccanismo del lettore ronza un attimo, poi le note degli "A Perfect Circle" prendono possesso dell'abitacolo: è la cover di "Imagine" di John Lennon portata in modo minore. Il cielo immobile e gli alberi che scorrono ai lati della strada, il giro di basso, la strada inaspettatamente sgombra, lo slide sulle corde: è la colonna sonora ideale per questa mattina, per questo viaggio. Non si può ascoltare Imagine degli APC con una giornata di sole su cielo azzurro cartolina: deprimerebbe o, in alternativa, non renderebbe. Ma così è perfetta: sembra scritta per questo momento e me la godo, mano destra sul cambio e gomito sinistro appoggiato contro il finestrino.
Sono arrivato a lavoro in 25 minuti, rilassato, con in testa il giro melodico di quella canzone.
E ora, all'opera!
La giornata è lunga e so già che sarà intensa.

lunedì 22 ottobre 2007

Wake up Teo, the Matrix has you

Ci sono state lunghe serate spese davanti al computer, evolutesi spesso in notti insonni, in cui anche il pulsare ipnotico del cursore aveva un'aria interrogativa. Instancabile, lampeggiava a fine riga e Dio solo sa quante volte avrei voluto che la mia shell iniziasse a parlarmi, magari suggerendomi di seguire il Coniglio Bianco di turno.
No, non si tratta di schizofrenia, semplicemente quando il numero degli interrogativi supera di almeno un ordine di grandezza quello delle risposte speri che la serata subisca una virata inattesa e culmini nella rivelazione una verità scomoda che però, da sola, risponde al 90% delle incoerenze quotidiane e dei dubbi irrisolti: "...è la domanda il nostro chiodo fisso, è la domanda che ti ha spinto fin qui... e tu la conosci, come la conoscevo io..." mi avrebbe poi sussurrato all'orecchio una bellissima ragazza vestita di nero incontrata nel locale.
Inutile dire che non è mai successo.
Nella più rosea delle ipotesi il mio corpo non si trova in una capsula, collegato a Matrix attraverso una specie di USB piantata nella nuca, nell'altro caso o non sono l'eletto o i ribelli di Zion non mi hanno ancora rintracciato!
Confidando di trovarmi nella prima situazione, riflettevo assieme ai miei amici su come siamo comunque "prigionieri di un Sistema" - volutamente con la "S" maiuscola - un Sistema che non ha un nucleo, non ha una sede, non ha strutture eppure esiste. E' un Sistema formato dalla gente, da noi stessi, dagli orari, dai doveri, dai desideri, dalle priorità e che, in un modo o nell'altro, ci vincola.
"Inizi ad invecchiare quando ti rendi conto che in un anno ci sono 52 week-end!" disse il Rizla a Pedro dopo quella serata andata storta, ed aveva ragione: Il tempo sfugge e spesso ci si dimentica di quanto valga ogni singolo attimo! Si ragiona in termini di "settimana prossima" o "mese prossimo" noncuranti del tempo che passa, vivendo le giornate come stando affacciati al finestrino di un ETR.
E così abbiamo deciso di mettere alla prova l'antagonismo del Sistema, creando un blog ciascuno per scambiarci opinioni e pensieri, magari in differita, quando nell'oceano di impegni e casini le nostre isole di libertà non si trovano sulla stessa rotta. Quattro fari di quattro colori per provare a fare un po' di luce nel marasma.
Adoro le sfide e quando l'dea è nata l'ho fatta subito mia!

Questo è il mio blog, il FARO VERDE, su cui imprimerò un parte di me, un po' alla volta.
Senza fretta.
Alla faccia del Sistema.